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 PASSO PASSO. Tutorial sulla costruzione.
 Vite per presepe napoletano

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
maxmax Inserito il - 28 novembre 2020 : 19:29:17
Cari Amici,
avevo grande desiderio di cimentarmi nella realizzazione di una arbusto di vite rampicante con grappoli per arricchire l’osteria del mio presepe napoletano completamente autocostruito e abitato da pastori di 30 cm.



Ma come fare il ramo? E i grappoli? E poi le foglie? Tante domande senza una risposta chiara.
Dovevo affrontare i problemi uno alla volta, a partire dai grappoli che volevo realizzare con la tecnica di modellazione più nobile: la ceroplastica.
E qui sono iniziati i problemi: la ceroplastica è un’arte un po’ esoterica, i cui adepti mantengono a distanza i neofiti (categoria cui appartengo): qualcosa si dice ma molto è avvolto dal mistero...
Per niente scoraggiato, caparbiamente ho iniziato a documentarmi sul nostro forum e in rete, ho esaminato attentamente alcune minuterie in cera che avevo, ho letto alcuni leggendo testi 'sacri' sulle cere anatomiche e botaniche del ‘700, ho parlato con vari artigiani a Napoli (gente veramente seria). Dopo numerose prove, la gran parte delle quali deludenti, ho trovato una mia strada che mi ha abbastanza soddisfatto.

Sono riuscito bene o male a fare la mia vite e per provare ad aiutare altri appassionati come me, ho quindi deciso di pubblicare questa mia esperienza. Parlare di tutorial forse è eccessivo: non ha la pretesa nè di essere completo nè di descrivere l'unica strada possibile.
Sarò quindi felice di ricevere suggerimenti, critiche e integrazioni.
Si va a incominciare.


LA RICETTA DELLA CERA

La cera per ceroplastica è un composto misterioso di cere e altri ingredienti i quali determinano temperatura di fusione, durezza, modellabilità. Sull’argomento si legge tutto e il contrario di tutto: molti usano solo cera vergine d'api (ma a me è risultata troppo morbida, probabilmente perché vengono aggiunti altri ingredienti non divulgati...).
Alla fine, dopo molte prove, mi sono trovato bene con questa ricetta:
- 75% Cera Prochima Gialla (pasta dura)
- 20% Cera vergine sbiancata, in scaglie (probabilmente la cera delle normali candele va altrettanto bene)
- 5% Cera carnauba
La cera carnauba è una cera vegetale che conferisce una certa durezza al composto. Non bisogna esagerare altrimenti il composto diviene ‘croccante’ e difficile da modellare.



Occorre fondere e mescolare le predette cere in un pentolino di metallo scaldato su una piastra elettrica cercando di tenere bassa la temperatura (io ho usato un regolatore di tensione per diminuire la potenza). I miei pentolini sono in acciaio inox pagati 1 Euro l’uno in un bazar cinese.



In poco tempo si ottiene un panetto di materia prima di tonalità giallo pallido da cui prelevare volta per volta la quantità che serve.
Sarebbe meglio un colore più neutro ma la cera Prochima ha questa tonalità.




I GRAPPOLI

Per comporre i grappoli occorre preparare uno ad uno gli acini: armatevi di pazienza perchè ce ne vogliono tanti (dai 30 ai 60 a grappolo). Gli acini vanno preparati in vari colori (a seconda dell'uva che volete: nera, bianca, rosè) e in varie sfumature dello stesso colore (in natura nessun grappolo ha acini uguali per dimensione e tonalità).
La cera si colora sciogliendovi piccole quantità di pastello a cera (ebbene si, quelli da bambini: ottimi) o pigmenti in polvere (meno solubili nella cera). Fate delle prove mescolando i colori e procedendo con parsimonia perchè il pastello a cera colora molto.
Preparate quindi vari pentolini con la cera già colorata nelle diverse tonalità.



Per il picciolo dell’acino la tradizione napoletana usa spago sottile ma io mi sono trovato decisamente meglio con i fili in rame che si ottengono spellando il normale filo elettrico.
Occorre ricavare tanti spezzoni di 6-7 cm a cui fare un piccolo nodo a una estremità, essenziale per far formare l’acino.
Il filo elettrico è un’ottima soluzione perchè è molto sottile, resistente e soprattutto permette di formare facilmente il grappolo attorcigliando progressivamente gli acini fra loro.





Il mio acino-tipo ha una forma a goccia mediamente di 3 mm (non ce ne è uno uguale all’altro!).
Per formare l’acino occorre tuffare il nodino del gambo nel pentolino di cera fusa, estrarre, far raffreddare pochi istanti, rituffare, e così via per 2-3 volte. Vedrete così ‘crescere’ l’acino strato per strato e assumere la classica forma ovale. La cera deve essere alla giusta temperatura, né troppo liquida, né troppo solida. Dopo due-tre acini sarete padroni di questa tecnica che è veramente facile.



Appendete quindi gli acini a raffreddare. Se dimensione o rotondità non vi convincono, rimodellate col calore delle mani oppure rifate l’acino da capo.



Raggruppate quindi gli acini per colore in mazzetti ordinati: è entusiasmante!





Fatti tutti gli acini (non lesinate: ce ne vogliono veramente tanti), siete in grado di costituire il grappolo semplicemente attorcigliando fra loro i piccioli, due-tre per volta dandogli la classica forma appunto ‘a grappolo’ e tagliando l’eccesso di rame mano a mano che il grappolo cresce.



La natura non è perfetta: mescolate dimensioni e tonalità in modo casuale, facendovi guidare dall’istinto e vedrete che sembreranno grappoli veri.










IL FOGLIAME E I VITICCI

Per il fogliame ho provato di tutto, scopiazzando qua e là: foglie vere seccate, ritagliate e dipinte, foglie artificiali in plastica, in cera, di carta, etc. con risultati fra l’orrendo e il brutto.
Alla fine ho individuato il mio metodo che, pur essendo abbastanza laborioso, è semplice e porta a risultati secondo me soddisfacenti.
Scusate: preso dall’entusiasmo ho parlato di ‘mio metodo’: chissà quanti di voi lo conoscono e usano…
In sostanza le foglie sono in stoffa dipinta, dotate di anima in metallo che simula le venature naturali e consente di dare loro una forma naturale. Nella mia vite ci sono una quarantina di foglie di varie dimensioni e forme.
Gambo e venature sono realizzate in filo di ottone da 0,5 mm
Si intrecciano prima due fili e poi si aggiunge il terzo ai primi due, sagomando le venature come in foto. Io ho fatto alcune foglie con 3 venature e altre con 5, saldando a stagno la quarta e quinta vena.









Perché il gambo non risulti troppo spesso, l’intrecciatura va stretta bene aiutandosi con due pinze.
Alla fine, per renderlo uniforme uniformare, vi ho depositato un velo di stagno con il saldatore elettrico.





L’armatura è incollata fra due lembi di stoffa molto leggera di cotone. La colla che ho usato è la Pattex Millechiodi perchè asciuga velocemente, incolla bene la stoffa al metallo e soprattutto, avendo consistenza di pasta, fa aderire la stoffa alle venature esaltandole.
Il classico Vinavil più o meno diluito e addizionato con sapone da piatti si è dimostrato inadatto perchè è troppo fluido e non garantisce aderenza.







Atteso il tempo di asciugatura della colla, ho ritagliato le foglie dando loro varie forme e dimensioni. Mi sono aiutato con delle dime in carta stampate con immagini trovate in internet



Realizzare la dentellatura della foglia con piccole forbici e cutter è facilissimo ma serve una buona lente d’ingrandimento e tanta pazienza.





I viticci (cioè quella sorta di cavatappi che sono i nuovi rami) li ho realizzati con spago di canapa sottile, avvolto su un’anima di plastica (ho usato i refil delle penne a sfera) e irrigidito con colla vinilica.


LA COLORAZIONE

I grappoli sono già colorati. Se proprio siete dei perfezionisti, potete macchiarli qua e là con colori ad olio. Io non l’ho fatto.
Le foglie le ho colorate con la tecnica presepistica tradizionale: colla di coniglio molto diluita e pigmenti in polvere.
Mi sono aiutato imitando qualche foto e soprattutto facendomi guidare dall’istinto: la base verde (in varie tonalità) una volta asciutta è stata macchiata un po’ a caso con marrone di varie tonalità, rosso ruggine, ocra, e chi più ne ha più ne metta. Le macchiature vanno ovviamente sfumate.
Analogamente ho colorato i viticci.

Per il gambo della foglia ho usato invece i colori acrilici perchè come si sa la colla di coniglio non attacca sul metallo.






IL RAMO RAMPICANTE

Per il ramo occorre qualcosa di contorto e sofferto. Per farsi un’idea di come deve essere osservate e fotografate le piante di vite dal vero. Lasciate perdere l’idea di comprare il ramo: la cosa migliore è fare una passeggiata in campagna o nel bosco e ne troverete di bellissimi. Suggerisco di raccoglierne in abbondanza per trovare quello che, una volta tornati a casa, si adatta alla nostra ambientazione.
Il mio ramo proviene dalla macchia mediterranea all’Isola d’Elba.



Può darsi che non troviate il ramo che ha la forma giusta o magari non è detto che un solo ramo sia sufficiente: alle volte occorre ‘innestare’ rami e porzioni diverse per raggiungere l’effetto estetico che ci si propone. Le foglie e i grappoli possono nascondere bene le giunture.
Può infine rendersi necessario colorare e/o macchiare il ramo. Io sono stato fortunato perchè andava bene così.



IL MONTAGGIO FINALE

Dobbiamo questo punto fissare il ramo nudo al terreno (come se vi spuntasse) e alla costruzione.
Siamo quindi all’ultima fase abbastanza delicata e di precisione: attaccare al ramo grappoli, viticci e foglie.
Anche qui ho fatto varie prove ma alla fine la soluzione che mi è sembrata migliore è anche molto semplice: dopo aver deciso la posizione, ho bloccato i vari elementi con la colla a caldo usando però una tecnica quasi chirurgica.
La classica pistola (anche quella piccola) è infatti sconsigliabile perchè emette troppa colla e il famoso ‘filo’ tanto fastidioso.
Io ho invece letteralmente ‘saldato’ foglie e grappoli ai rami tramite appunto il saldatore a stagno da montaggi elettronici usando come materiale da saldatura piccole strisce ricavate dallo stick di colla a caldo.
Il risultato è molto buono e resistente: se tenete i gambi corti e li se saldate sul retro del ramo, l’incollaggio non si nota e l’effetto è assolutamente naturale.
Come si vede in foto, ho sfruttato le foglie anche per mascherare il gambo del grappolo che, come prima visto, è fatto da filo di rame, quindi non propriamente naturale. Quello che rimane eventualmente in vista va mascherato con qualche punto di colore.
Dopo aver saldato le foglie ai rami ho cercato di dare loro un aspetto naturale: grazie all’anima in metallo le ho piegate e accartocciate delicatamente un po’ a caso, seguendo l’estro del momento..

Questo è il risultato finale di un lavoro lungo e impegnativo ma che mi ha molto appassionato:











L’ho fatta veramente lunga, ma spero che queste note siano d’aiuto e ispirazione per qualche amico appassionato.
Per ogni dubbio, consiglio o miglioria postate nel forum.

Buon Presepe e Buon Natale!

MaxMax





















7   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
maxmax Inserito il - 01 dicembre 2020 : 21:26:24
Cari amici,
Siete tutti troppo gentili.

Vi ringrazio dei vostri giudizi ma - credete - anche se tutto sommato sono abbastanza contento, ho tanto da imparare.

Il mio massimo momento di frustrazione é quando scendo a.Napoli e molti spesso ció che vedo mi umilia...

Un caro saluto
Massimo
tiziano1 Inserito il - 01 dicembre 2020 : 12:02:24
Grandissimo, lavoro superlativo che mi ha lasciato a bocca aperta.
carlito Inserito il - 30 novembre 2020 : 11:21:54
bellissimo tutorial, compimenti. Grazie per averlo condiviso
netsurfer Inserito il - 30 novembre 2020 : 10:28:08
che lavorata!!!! grazie mille per l'ottimo tutorial e complimenti per il risultato!!
bard89 Inserito il - 29 novembre 2020 : 09:35:15
Mi sono preso del tempo per leggere bene questo tuo tutorial, dal tuo racconto si percepisce la passione che hai messo per realizzarlo e la cura nel descrivere i passaggi per noi altri :)

Grazie mille per questo racconto dettagliato, sarà di spunto a tutti noi
nicoletta Inserito il - 28 novembre 2020 : 23:47:14
grazie mille,per esserti prodigato anche per noi,bel passo passo chiaro ed esaustivo!
Amministratore Inserito il - 28 novembre 2020 : 21:04:07
BELLISSIMO TUTORIAL !
Grazie da parte di tutti !

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